Intervista all’avvocato Vincenzo Di Martino, realizzata da Giovanni Celano, corrispondente del quotidiano La Nuova Piazza Italia, sulla situazione del CGIE in Venezuela.
P. 1. ¿Come ti senti nel vedere che la tua lettera non ha ricevuto risposta né dalle autorità né dai diplomatici italiani in Venezuela?
R. Mi sento deluso. Il silenzio dà l’impressione che vogliano evitare il problema invece di affrontarlo.
P. 2. ¿Cosa significa per te il silenzio delle autorità italiane —consolato, ambasciatore e presidente del CGIE— di fronte a una situazione che la legge regola chiaramente?
R. Il silenzio non è solo deludente: è preoccupante. Quando nessuno risponde, si a la sensazione che si voglia evitare il problema invece di affrontarlo. La comunità italiana merita chiarezza e trasparenza. L’indifferenza istituzionale dà l’idea che si voglia far passare tutto sotto silencio
P. 3. ¿Perché, secondo te, non viene dichiarata la decadenza del consigliere Iachini, nonostante non risieda più in Venezuela, requisito fondamentale per il suo incarico?
R. La legge parla chiaro. Però sembra che prevalgano logiche di convenienza. È plausibile che si cerchi di proteggere equilibri interni, forse legati al MAIE. Quando la legalità viene sospesa per mantenere una figura o una struttura, la credibilità del CGIE ne soffre profondamente.
P. 4. ¿Perché pensi che le istituzioni sembrino difendere Iachini o evitare di pronunciarsi sulla sua decadenza?
R. Sembra che ci sia la volontà di proteggere una figura o un equilibrio interno. Ma la trasparenza dovrebbe venire prima di tutto.
P. 5. Lei sarebbe chi occupi il suo posto nel caso di dichiarare il dicaimento? ¿Usted piensa che cuesta potrebbe essere una delle ragioni del silenzio?
R. É possibile. Cuando non si aplica una norma chiara, sempre ce cualche interesse dietro. Ion in cerco in privilegio: solo che si rispettino i procedimenti.
P. 6. Consideri che le interpretazioni del consolato —come quella sulla legge anagrafica— siano tentativi di rimandare o evitare una decisione obbligatoria?
R. Sì. Sostenere che una norma amministrativa prevalga su un principio costituzionale è inaccettabile. Inoltre, usare giustificazioni tecniche per non decidere mostra una mancanza di volontà. La legge non può essere piegata secondo la convenienza del momento.
P. 7. Il console sostiene che prevale la legge sull’anagrafe, anche contro un principio costituzionale. ¿Che ne pensi?
R. È pericoloso. Nessuna norma amministrativa può superare la Costituzione
P. 8. Pensi che porteranno altre scuse per evitare la decadenza di Iachini?
R. Sì. Ma questo danneggia gravemente la credibilità del CGIE.
P. 9. ¿Perché le autorità italiane mantengono il silenzio su un caso regolato chiaramente dalla legge?
R. Perché non vogliono assumersi responsabilità politiche.
P. 10. Pensi che ti blocchino perché non appartieni a certi gruppi o partiti?
R. La mancanza di trasparenza fa pensare proprio questo.
P. 11. ¿Che ne pensi dell’interpretazione contraddittoria del consolato?
R. È grave. Le istituzioni dovrebbero difendere la legalità, non adattarla alla convenienza.
P. 12. Il CGIE sta agendo per convenienza politica?
R. Così sembra. Esso contraviene la missione del organismo.
P. 13. ¿Che messaggio riceve la comunità se la legge non viene applicata?
R. Che le regole valgono solo per alcuni. Ed è inaccettabile.
P. 14. Il fatto che Iachini faccia parte del MAIE influisce sulla volontà di mantenerlo?
R. Non si può escludere. Il peso politico del partito è evidente.
P. 15. Pensi che il tuo subentro venga ostacolato per motivi politici o perché non appartieni al MAIE?
R. È un’ipotesi concreta. Se mantenere Iachini è utile a determinati gruppi, mentre il mio ingresso non lo è, ecco spiegato il blocco. Ma il CGIE non dovrebbe funzionare come un organismo di partito: è un’istituzione di rappresentanza. Se io devo subentrare, è perché la legge lo prevede, non perché appartengo o no a un partito.
P. 16. ¿In questo caso la politica supera la legalità?
R. Sì, purtroppo.
P. 17. ¿Che messaggio dà il mantenere un consigliere che non risiede più nel paese?
R. Che gli interessi politici valgono più della rappresentanza reale.
P. 18. ¿La politica è ormai solo convenienza?
R. Quando la legge viene ignorata, sì.
P. 19. ¿Come interpreti l’indifferenza dell’ambasciatore?
R. È un segnale molto negativo. Un ambasciatore non dovrebbe ignorare un problema così evidente.
P. 20. È strano che la presidente del CGIE non abbia risposto?
R. Sì, ed è preoccupante. Il suo ruolo richiede trasparenza e vigilanza.
P. 21. Quali passi ritieni necessari per ottenere finalmente una risposta: ¿inviare una PEC, valutare un ricorso legale o informare tutto il CGIE nel mondo?
R. Se i canali ordinari non funzionano, una PEC potrebbe obbligare a una risposta ufficiale. È anche legittimo analizzare la possibilità di un ricorso, qualora ci fossero irregolarità. E sì: informare tutti i membri del CGIE nel mondo sarebbe un atto di trasparenza necessario per evitare che simili abusi si ripetano altrove.
P. 22. Esiste la possibilità di rivolgersi a un tribunale?
R. Potrebbe esserci, se si ravvisano irregolarità o abusi procedurali.
P. 23. ¿Che messaggio riceve la comunità italiana del Venezuela se la legge non viene applicata?
R. Un messaggio gravissimo: che la legge vale solo quando conviene, che gli interessi prevalgono sulla rappresentanza reale e che chi dovrebbe tutelare la comunità preferisce proteggere certe strutture. Per questo continuo a chiedere solo una cosa: che la legge venga rispettata. La fiducia nelle istituzioni si basa su questo.